Portrait

Paolo


Milano 2021
Paolo, Umanesimo su due ruote

Bici da corsa appese in soggiorno, camera da letto e persino in terrazzino spiccano in un mobilio ricercatamente vintage contornato da un’apparentemente casuale coreografia in cui peluches, lego e modellini di automobili convivono e si alternano a disegni e palloncini sgonfi di personaggi della Disney appesi alle porte delle stanze. Davanti a noi, in compagnia di un cucciolo di cane ed un gatto paffuto, si presenta un rider che porta con sé una complessità personale rappresentata probabilmente solo in minima parte dall’eterogeneità di stimoli che, in quell’appartamento, parlano di lui.
Paolo è un giovane ingegnere elettronico, un ciclista agonista, un’ex formatore di promoter, un attento fidanzato e, a quanto pare, qualcuno a cui è stato riconosciuto il titolo di miglior Capitano di rider a Milano.
Tradito da un percorso di studi che gli ha rivelato come l’ingegneria oggi più che massimizzare la ricerca, lavora al servizio di logiche di mercato poco interessate al bene dell’uomo, Paolo ha scelto di investire il patrimonio di capacità apprese in scelte di vita che pongano al centro l’essere umano ed i suoi bisogni.
Ci parla, a tal riguardo, di un tatuaggio per lui molto importante che ritrae il folle volo di Ulisse ed il suo tentativo di spingersi oltre le colonne d’Ercole, metafora del rischio mortale che si corre quando, attratti dalla tentazione di superare i limiti, perdiamo il contatto con la realtà e ci allontaniamo pericolosamente dalla nostra natura e dai nostri reali bisogni.

Auspica allora il ritorno ad un umanesimo, mediato nel suo caso da un’inclinazione che trova ispirazione nei valori di una spiritualità di matrice cattolica.
Paolo è persuasivo perché è convinto quando suggerisce la necessità di integrare le logiche rigorose dell’aritmetica ad un approccio ingenuo, sincero e curioso tipico del fanciullo che spoglio di sovrastrutture aprioristicamente date indaga il contesto con sguardo nitido e saggio proprio perché non condizionato. Qui comprendo il perché della presenza di tutti quei richiami al mondo infantile che affollano le stanze della sua dimora.
Nella sua attuale attività di formatore di riders, Paolo esprime il suo potenziale con un approccio teso ad ottimizzare la performance grazie alla comprensione di una componente non aritmetica nè prevedibile, l’attenzione alla relazione con uomini visti nella loro speciale soggettività ed unicità. Esprime tristezza per come questo mestiere si sia allontanato dai valori di sostenibilità che lo avevano ispirato per contaminarsi sempre più con le regole del profitto proprie di una gig economy sempre più cieca perché disinteressata ai diritti del lavoratore.






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